Sistema Internazionale di Unità di misura

[Revisione 04 agosto 2023]

SI – Introduzione

Il Sistema Internazionale di unità di misura (SI) è stato introdotto nel 1960 dalla XI Conferenza Generale dei Pesi e Misure e perfezionato dalle Conferenze successive.
Il SI è oggetto di direttive della Comunità Europea fin dal 1971, ed è stato legalmente adottato in Italia nel 1982.

Il SI distingue per convenzione due tipi di grandezze:
  1. grandezze fondamentali (in inglese base quantities), per le quali le unità  di misura sono assunte dimensionalmente indipendenti;
  2. grandezze derivate (in inglese derived quantities), per le quali le unità  di misura sono definite tramite relazioni analitiche che le collegano alle unità  fondamentali.
Il SI è:
  • completo: tutte le grandezze fisiche considerate si possono ricavare dalle grandezze fondamentali tramite relazioni analitiche;
  • coerente: le relazioni analitiche che definiscono le unità  delle grandezze derivate non contengono fattori di proporzionalità  diversi da 1;
  • decimale (tranne che per la misura degli intervalli di tempo): multipli e sottomultipli delle unità  di misura sono potenze di 10.
Il SI codifica anche

Enti di ricerca e normativi

Le ricerche sul continuo aggiornamento del SI sono affidate all’ Ufficio Internazionale dei Pesi e Misure (B.I.P.M., Bureau International des Poids et Mesures), creato nel 1875 dalla Convenzione Internazionale del Metro. Il B.I.P.M ha sede a Sèvres, presso Parigi, al Pavillon de Breteuil.
Il B.I.P.M. funziona sotto il controllo del Comitato Internazionale dei Pesi e Misure (C.I.P.M.), che è costituito da 18 membri provenienti da stati diversi e siriunisce ogni anno.
Il C.I.P.M. è a sua volta posto sotto l’autorità  della Conferenza Generale dei Pesi e Misure (C.G.P.M.), costituita dai delegati di tutti gli stati membri della Convenzione del Metro (51 stati a dicembre 2005). La C.G.P.M. si riunisce di norma ogni 4 anni ed emana risoluzioni a carattere internazionale concernenti il SI. La lingua ufficiale è il francese.
Il C.I.P.M. è affiancato da 9 Comitati Consultivi internazionali, specializzati nelle diverse tematiche inerenti la metrologia.
Un ente internazionale che svolge un ruolo notevole per l’unificazione di norme e procedure in campo scientifico e tecnologico, incluse le norme relative al SI, è l’International Organisation for Standardisation (I.S.O.).
Negli U.S.A. un ruolo analogo è svolto dal National Institute of Standards and Technology (N.I.S.T.), noto in passato come National Bureau of Standards (N.B.S.).
In Italia la divulgazione e il controllo dell’applicazione del SI sono affidati all’ Ente Nazionale per l’Unificazione (U.N.I.).
I campioni nazionali delle unità  di misura sono realizzati presso l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM), con sede a Torino.

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SOMMARIO

SI – Storia

1790 Il governo francese avvia il primo tentativo di costruire un sistema di unità di misura.
1795 Il governo francese introduce per legge il Sistema metrico decimale.
Prima definizione del metro come la frazione 1/107 dell’arco di meridiano terrestre dal polo all’equatore. La definizione verrà modificata nel 1799.
1799 Il campione naturale del metro (1/107 dell’arco di meridiano terrestre dal polo all’equatore) viene sostituito da un campione artificiale costituito da una barra in platino (metro legale di Fortin). Il campione verrà sostituito nel 1889.
Viene costruito il campione in platino del chilogrammo.
1832 Gauss promuove il Sistema Metrico, adottando per le misure di tempo il secondo definito astronomicamente.
1874 La British Association for the Advancement of Science (BAAS) introduce il sistema c.g.s., un sistema coerente basato sulle tre unitàmeccaniche: centimetro, grammo, secondo.
1875 La Convenzione del metro viene firmata a Parigi dai rappresentanti di 17 stati.
Viene istituito il Bureau International des Poids et Mesures.
1880 La British Association for the Advancement of Science (BAAS) introduce un insieme coerente di unità pratiche per l’elettromagnetismo, tra cui l’ohm, il volt e l’ampere.
1889 La 1a C.G.P.M. introduce i nuovi campioni in platino-iridio del metro e del chilogrammo. Insieme con il secondo, le tre unità della meccanica formano il sistema M.K.S.
Il campione del metro verrà sostituito nel 1960.
1901 Giorgi mostra che è possibile combinare le 3 unità meccaniche del sistema M.K.S. con le unità pratiche dell’elettromagnetismo, formando un sistema coerente con 4 unità fondamentali: le tre meccaniche ed una elettromagnetica (Sistema Giorgi).
1948 La 9a C.G.P.M. definisce l’ ampere con riferimento alla legge dell’azione elettrodinamica tra due conduttori paralleli.
1954 La 10a C.G.P.M. introduce il kelvin e la candela.
1960 Il campione artificiale del metro (barra in platino-iridio) viene sostituito da un campione naturale, il metro ottico , definito come un multiplo della lunghezza d’onda della luce emessa dall’isotopo 86 del kripton.
Il campione verrà sostituito nel 1983.
1961 La 11a C.G.P.M. introduce il Sistema Internazionale (S.I.)
1967 La 13a C.G.P.M. definisce il secondo con riferimento alla frequenza della radiazione emessa dall’isotopo 133 del Cesio. Nasce l’orologio al Cesio.
Viene anche ridefinito il kelvin come unità di misura della temperatura.
1971 La 14a C.G.P.M. definisce la mole come unità di misura della quantità di sostanza.
1979 La 16a C.G.P.M. ridefinisce la candela come unità di misura dell’intensità luminosa.
1983 La 17a C.G.P.M. ridefinisce il metro come la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un ben definito intervallo di tempo. La velocità della luce nel vuoto diviene una costante esatta.
2018 La 26a C.G.P.M ridefinisce tutte le sette unità fondamentali riferendo i loro valori a sette costanti fondamentali assunte come esatte. Le nuove definizioni entrano in vigore nel maggio 2019.

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SOMMARIO


SI – Unità fondamentali

Il S.I. prevede 7 grandezze fondamentali e ne definisce le unità di misura:
Grandezza Unità Simbolo
Intervallo di tempo secondo s
Lunghezza metro m
Massa chilogrammo kg
Temperatura kelvin K
Quantità di sostanza mole mol
Intensità di corrente elettrica ampere A
Intensità luminosa candela cd
Da maggio 2019 le 7 unità sono definite in relazione a 7 costanti di definizione (defining constants), cui è stato assegnato un valore esatto:
Costanti di definizione Simboli Valori
Frequenza della transizione iperfine del cesio ν Cs 9 192 631 770 s-1
Velocità della luce nel vuoto c 299 792 458 m s-1
Costante di Planck h 6.626 070 15 x 10-34 kg m2 s-1
Costante di Boltzmann k 1.380 649 x 10-23 kg m2 s-2 K-1
Numero di Avogadro NA 6.022 140 76 x 1023 mol-1
Carica elettrica elementare e 1.602 176 634 x 10-19 A s
Efficacia luminosa Kcd 683 cd kg-1 m-2 s3 sr

Definizioni delle unità di misura (dal 2019)

Intervallo di tempo
Il secondo è definito attribuendo il valore esatto 9 192 631 770 s-1 alla frequenza ΔνCs della radiazione emessa dall’atomo di Cesio 133 nella transizione tra i due livelli iperfini (F=4, M=0) e (F=3, M=0) dello stato fondamentale 2S(1/2).
NOTA – Il 133Cs ha un nucleo formato da 55 protoni e 78 neutroni. Lo stato fondamentale è lo stato in cui un atomo ha la configurazione elettronica di minima energia. La suddivisione dello stato fondamentale in livelli iperfini è dovuta all’interazione degli elettroni con il momento magnetico del nucleo; la differenza in energia ΔE tra i livelli iperfini è molto piccola rispetto alla differenza in energia tra i livelli principali dell’atomo.
Durante la transizione tra due livelli di energia l’atomo emette onde elettromagnetiche di frequenza ν=ΔE/h, corrispondente ad una lunghezza d’onda λ=c/ν e un periodo T=1/ν; h è la costante di Planck e c è la velocità delle onde elettromagnetiche nel vuoto.
La radiazione emessa dal 133Cs durante la transizione in questione ha frequenza ν ≈ 1010 Hz e lunghezza d’onda λ ≈ 3 cm (cade quindi nella regione delle microonde). Il secondo è pertanto definito come un multiplo intero del periodo T=1/ν della radiazione emessa dal cesio.
Il campione primario del secondo è costituito da un orologio al cesio. Un orologio al cesio può commettere un errore massimo relativo di 1×10-12, equivalente a 1 ms ogni 12 giorni.

Lunghezza
Il metro è la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un intervallo di tempo di 1/299 792 458 di secondo.
NOTA – La velocità di propagazione delle onde elettromagnetiche nel vuoto (velocità della luce) è una costante fondamentale della Fisica. Il suo valore è assunto come esatto (cioè privo di incertezza) e immodificabile: c = 299 792 458 m/s.  Campioni primari del metro possono venire realizzati con metodi diversi, compatibili con la definizione.

Massa
Il kilogrammo è definito attribuendo un valore esatto alla costante di Planck h, alla velocita’ della luce nel vuoto c e alla frequenza ΔνCs del cesio. 
NOTA – La costante di Planck h e’ una costante fondamentale della Fisica ed interviene nella descrizione di molti fenomeni a livello atomico nell’ambito della Meccanica Quantistica. Campioni primari del chilogrammo possono venire realizzati con metodi diversi, compatibili con la definizione.

Temperatura
Il kelvin è definito in relazione al valore esatto della costante di Boltzmann kB.
NOTA – La costante di Boltzmann e’ una costante fondamentale della Fisica statistica. Il prodotto kBT e’ una misura dell’energia termica di un sistema microscopico. L’aumento di temperatura di 1 K da’ origine ad un aumento di energia microscopica kBT = 1.380 649 x 10-23 J.
La temperatura termodinamica assoluta è definita in relazione al rendimento di un ciclo termodinamico ideale, il ciclo di Carnot; la sua misurazione è ricondotta alla misurazione di un rapporto tra quantità di calore, o più in generale di un rapporto tra due valori di un’altra grandezza direttamente misurabile.

Quantità di sostanza
La mole è la quantità di sostanza che contiene esattamente 6.022 140 76 x 1023 entità elementari. Quando si usa la mole, deve essere specificata la natura delle entità elementari, che possono essere atomi, molecole, ioni, elettroni, altre particelle o gruppi specificati di tali particelle.
NOTA – Il numero di entità elementari che costituiscono 1 mole è detto Numero di Avogadro; il suo valore e’ assunto esatto.

Intensità di corrente elettrica
L’ ampere è la corrente che corrisponde al flusso di 1 C (unita’ di carica) al secondo, cioe’ di 1/e = 1/1.602 176 634 x 10-19 cariche elementari al secondo.
NOTA – Nella realizzazione pratica dei campioni primari si fa ricorso alla legge di Ohm I=V/R e si realizza l’unità di corrente (ampere) come rapporto tra le unià di differenza di potenziale (volt) e di resistenza (ohm).
I campioni del volt e dell’ohm sono oggi realizzati ricorrendo a due fenomeni quantistici, rispettivamente l’effetto Josephson e l’effetto Hall quantistico.

Intensità luminosa
La candela è l’intensità luminosa, in un’assegnata direzione, di una sorgente che emette una radiazione monocromatica di frequenza 540×1012 Hz e la cui intensità energetica in tale direzione è 1/683 W/sr.
(16a CGPM, 1979)
NOTA – La fotometria misura le proprietà della radiazione elettromagnetica nell’intervallo di sensibilità dell’occhio umano (la cosiddetta luce visibile). L’occhio umano medio è sensibile alla radiazione elettromagnetica con lunghezze d’onda comprese tra circa 400 nm e circa 750 nm (rispettivamente colori violetto e rosso). Il massimo di sensibilità si ha per una lunghezza d’onda di circa 556 nm, corrispondente ad una frequenza di 540×1012 Hz.
L’intensità luminosa è la grandezza fondamentale della fotometria. L’intensità luminosa corrisponde all’energia emessa da una sorgente nell’unità di tempo e nell’unità di angolo solido, pesata dalla curva media di sensibilità dell’occhio umano.

Origine dei nomi delle unità di misura

secondo Abbreviazione per minuto secondo.
Il minuto è un’unità di misura sessagesimale per gli angoli e per il tempo (unità non legalmente autorizzata dal S.I.). Dal latino minutum, participio passato di minuere = rendere più piccolo.
Si distinguono:

  • minuto primo = minuto = 1/60 di grado (angoli) opp. 1/60 di ora (tempo)
  • minuto secondo = secondo = 1/60 di minuto primo
metro Dal greco metron, latino metrum = misura (in senso generale, non specificatamente di lunghezza). Il termine metro viene usato in varie accezioni nel Medio Evo e nel Rinascimento.
Il 26-5-1791 l’Accademia francese delle Scienze propone il termine metro per l’unità di lunghezza, definita come la frazione 1/10000000 dell’arco di meridiano dal polo all’equatore.
kilogrammo Da kilo + grammo = 1000 grammi.
Il termine grammo (francese gramme) fu introdotto con il significato attuale dalla riforma metrica francese di fine 700. Deriva dal tardo latino gramma = 1/24 di oncia.
kelvin Dal nome del fisico inglese William Thomson, lord Kelvin (Belfast 1824 – Neterhall 1907). Professore di fisica all’Università di Glasgow, presidente della Royal Society. Ha dato contributi fondamentali alla ricerca nel campo della termodinamica.
ampère Dal nome del fisico e matematico francese André-Marie Ampère (Lione 1775 – Marsiglia 1836). Professore di matematica all’Ecole Polytechnique e di fisica al Collège de France. Ha dato un contributo fondamentale alla comprensione e sistemazione teorica dell’elettrodinamica.

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SOMMARIO

SI – Unità derivate

Le unità di misura delle grandezze derivate si ottengono mediante semplici operazioni aritmetiche a partire dalle unità di misura delle grandezze fondamentali. Non esistono fattori di conversione diversi da uno (il S.I. è coerente).

Qui di seguito elenchiamo le unità dotate di nome proprio, considerando separatamente:
  1. Angoli
  2. Unità definite in meccanica
  3. Scale di temperatura
  4. Unità definite in elettromagnetismo
  5. Unità definite in fotometria
  6. Radiazioni ionizzanti e unità dosimetriche
Al termine, una tabella con l’origine dei nomi delle unità di misura.

Angoli

Grandezza Unità Simbolo Conversione Note
Angolo piano radiante rad (1) (2)
Angolo solido steradiante sr (1) (3)
  1. L’11ma CGPM (1960) aveva creato per l’angolo piano e l’angolo solido una classe separata di grandezze, le grandezze supplementari. La 20ma CGPM (1995) ha soppresso la classe delle grandezze supplementari, inserendo l’angolo piano e l’angolo solido nella classe delle grandezze derivate.
  2. Il radiante è l’angolo piano che sottende, su una circonferenza centrata nel suo vertice, un arco di lunghezza uguale al raggio.
  3. Lo steradiante è l’angolo solido che sottende, su una sfera centrata nel suo vertice, una calotta sferica di area uguale al quadrato del raggio.

Unità definite in meccanica

Nel S.I. le grandezze fondamentali della meccanica sono il tempo, la lunghezza e la massa. Le rispettive unità fondamentali sono il secondo, il metro e il chilogrammo.
Combinando tra di loro le grandezze fondamentali mediante moltiplicazioni e divisioni si ottengono varie grandezze derivate, nonché le corrispondenti unità derivate. Ad esempio:
  • Il volume è il prodotto di 3 lunghezze. La sua unità di misura è il metro cubo (m3).
  • La velocità è il rapporto tra una lunghezza e un tempo. La sua unità di misura è il metro al secondo (m s-1).
  • La quantità di moto (o momento lineare) è il prodotto di una massa per una velocità. La sua unità di misura è il chilogrammo per metro al secondo (kg m s-1).
Alcune unità derivate sono dotate di nome e simbolo propri. Le elenchiamo nella tabella sottostante. >
Grandezza Unità Simbolo Conversione Note
Frequenza hertz Hz 1 Hz = 1 s-1 1, 2
Forza newton N 1 N = 1 kg m s-2 3
Pressione pascal Pa 1 Pa = 1 N m-2 4, 5
Lavoro, energia, quantità di calore joule J 1 J = 1 N m 6, 7
Potenza watt W 1 W = 1 J s-1 8

  1. La frequenza ν di un fenomeno periodico è l’inverso del suo periodo T: ν=1/T.
    Una grandezza G dipende periodicamente dal tempo, con periodo T, se per qualsiasi istante t si ha che G(t)=G(t+T).
    La frequenza misura il numero di volte che un fenomeno periodico si ripete in un secondo.
  2. Le grandezze periodiche sinusoidali vengono descritte analiticamente con espressioni del tipo G(t)=A sin(ω t), dove ω è detta frequenza angolare, e si misura in rad s-1. La relazione tra frequenza angolare ω e frequenza ν è: ω=2 π ν.
  3. La forza unitaria di 1 N è la forza che imprime alla massa di 1 kg un’accelerazione di 1 m s-2.
  4. La pressione unitaria di 1 Pa è la pressione esercitata su una superficie di 1 m2 dalla forza di 1 N esercitata perpendicolarmente alla superficie.
  5. Il pascal è un’unità di misura piccola rispetto a molte esigenze pratiche. Viene spesso utilizzata un’unità di misura più grande, il bar: 1 bar = 105 Pa. Il bar è un’unità non-SI ammessa all’uso. La pressione di 1 bar corrisponde all’incirca alla pressione atmosferica (più precisamente, la pressione atmsferica standard è 101325 Pa = 1.01325 bar).
  6. Il lavoro unitario di 1 J è il lavoro della forza di 1 N per uno spostamento di 1 m nella direzione della forza.
  7. Gli esperimenti di Joule a metà del XIX secolo hanno dimostrato l’equivalenza tra calore e lavoro. Lavoro e calore non sono altro che differenti forme con cui due sistemi fisici possono scambiarsi energia. Il joule è pertanto unità di misura anche per le quantità di calore. L’unità di misura caloria (nelle sue diverse definizioni) non è ammessa dal S.I. e non dovrebbe pertanto venire più utilizzata.
  8. La potenza unitaria di 1 W corrisponde al lavoro di 1 J svolto nell’intervallo di tempo di 1 s.

Esistono grandezze fisiche diverse che hanno unità di misura uguali; ad esempio:
  • il lavoro meccanico, prodotto di una forza per uno spostamento parallelo alla forza
  • il momento di una forza, prodotto di una forza per una distanza perpendicolare alla forza
pur avendo significato fisico completamente diverso, si misurano in N m (newton per metro). Uguali unità di misura non corrispondono pertanto sempre ad uguali grandezze fisiche.

Scale di Temperatura

La temperatura è una grandezza fondamentale del SI. La sua unità di misura è il Kelvin.
Nell’uso pratico è molto diffuso l’uso della scala empirica Celsius. Il grado Celsius è stato perciò assunto dal SI come unità derivata.
La scala Celsius è definita in modo che i valori 0 e 100 corrispondano rispettivamente al punto di fusione e al punto di ebollizione dell’acqua a pressione atmosferica.
La scala Celsius corrisponde esattamente alla scala Kelvin a meno di un termine additivo pari a 273.15.
Entrambe le scale Kelvin e Celsius sono centigrade, in quanto l’intervallo tra punto di fusione e punto di ebollizione dell’acqua è diviso in 100 parti uguali.

Grandezza Unità Simbolo</font Conversione
Temperatura Celsius grado Celsius °C T(°C) = T(K) – 273.15

Scale di temperatura diverse dalla scala Kelvin e dalla scala Celsius sono state usate in passato; alcune tuttora in uso nei paesi anglosassoni. La tabella seguente consente un confronto sintetico tra scale diverse.
Le scale Kelvin e Rankine sono scale assolute.
Le scale Rankine e Réaumur sono oggi cadute in disuso. >

Zero
assoluto
Fusione del ghiaccio
(a 1 bar)
Ebollizione dell’acqua
(a 1 bar)
Scale centigrade Celsius -273.15 0 100
Kelvin 0 273.15 373.15
Scale anglosassoni Fahrenheit -459.67 32 212
Rankine 0 491.67 671.67
Altre scale Réaumur -218.52 0 80
  • La scala Fahrenheit, tuttora utilizzata nei paesi anglosassoni) fu introdotta nel 1724 dal fisico Gabriel Fahrenheit (Danzica 1686 – L’Aia 1736). Nato in Polonia, Fahrenheit lavorò in Inghilterra e in Olanda; nel 1714 costruì il primo termometro a mercurio.
  • La scala Réaumur, oggi caduta in disuso, fu introdotta nel 1732 dallo scienziato francese René-Antoine Ferchault de Réaumur (1683-1757). Fisico, naturalista, tecnologo, Réaumur inventò il termometro ad alcool intorno al 1730.
  • La scala Celsius fu introdotta nel 1742 dal fisico e astronomo svedese Anders Celsius (1701-1744).
  • La scala assoluta Kelvin fu introdotta nel 1847 dal fisico inglese di origine scozzese William Thomson, Lord Kelvin, autore di contributi fondamentali alla sistemazione della termodinamica.
  • La scala assoluta Rankine, oggi caduta in disuso, fu introdotta attorno al 1860 da William John Macquorn Rankine (1820-1872), fisico e ingegnere scozzese.

Unità definite in elettromagnetismo

Grandezza Unità Simbolo Conversione Note
Carica elettrica coulomb C 1
Differenza di potenziale elettrico volt V 2
Capacità elettrica farad F F = 1 C V -1 3
Resistenza elettrica ohm Ω 1 Ω = 1 V A -1 4
Conduttanza elettrica siemens S 1 S = 1 Ω-1 5
Flusso d’induzione magnetica weber Wb 1 Wb = 1 V s 6
Induzione magnetica tesla T 1 T = 1 Wb m-2 7
Induttanza henry H 1 H = 1 Wb A-1 8
  1. 1 C è la carica elettrica trasportata in 1 s dalla corrente di 1 A.
  2. 1 V è la differenza di potenziale elettrico tra due punti di un conduttore che, percorso dalla corrente di 1 A, dissipa per effetto Joule la potenza di 1 W.
  3. 1 F è la capacità di un condensatore su cui la carica di 1 C provoca una differenza di potenziale di 1 V.
  4. 1 Ω è la resistenza elettrica tra due punti di un conduttore ai quali è applicata la differenza di potenziale di 1 V quando scorre la corrente di 1 A.
  5. 1 S è la conduttanza di un conduttore avente resistenza di 1 Ω.
  6. 1 Wb = 1 V s è il flusso magnetico che, concatenato con una spira, induce una forza elettromotrice di 1 V, annullandosi in 1 s a velocità costante.
  7. 1 T è l’induzione magnetica che, attraversando una superficie piana di 1 m2, produce un flusso magnetico di 1 Wb s.
  8. 1 H è l’induttanza di una spira nella quale la variazione uniforme di intensità di corrente di 1 A/s produce una forza elletromotrice di 1 V.

Unità definite in fotometria

La fotometria misura le proprietà della radiazione eletttromagnetica nell’intervallo di sensibilità dell’occhio umano (la cosiddetta luce visibile).
L’occhio umano medio è sensibile alla radiazione elettromagnetica con lunghezze d’onda comprese tra circa 400 nm e circa 750 nm (rispettivamente colori violetto e rosso). Il massimo di sensibilità si ha per la lunghezza d’onda di circa 556 nm.

Il flusso luminoso è il flusso di energia irradiata (energia nell’unità di tempo), pesato dalla curva media di sensibilità dell’occhio.

Grandezza fondamentale della fotometria nel SI è l’intensità luminosa, cioè il flusso luminoso emesso nell’unità di angolo solido. Unità di misura dell’intensità luminosa è la candela (cd).

Le grandezze derivate della fotometria, per le quali il SI assegna un nome proprio all’unità di misura sono 2:

Grandezza Unità Simbolo Conversione
Flusso luminoso lumen lm 1 lm = 1 cd sr
Illuminamento lux lx< 1 lx = 1 lm m-2
Nella Tabella seguente sono raffrontate le grandezze rilevanti per la fotometria con le corrispondenti grandezze radiometriche. (La radiometria misura le proprietà energetiche assolute della radiazione elettromagnetica, la fotometria misura le stesse proprietà pesate dalla curva di sensibilità media dell’occhio umano).
RADIOMETRIA FOTOMETRIA
Grandezza Unità Grandezza Unità
Energia raggiante J    Quantità di luce lm s
Flusso raggiante W   Flusso luminoso lm
Intensità energetica W sr-1 Intensità luminosa cd
Radianza W sr-1 m-2 Luminanza cd m-2
Irradiamento W m-2 Illuminamento lux

Radiazioni ionizzanti e unità dosimetriche

Con il termine radiazioni ionizzanti si indicano radiazioni elettromagnetiche e particelle (elettroni, neutroni, particelle alfa, etc) in grado di causare una consistente ionizzazione del materiale attraversato.
La ionizzazione consiste nella rimozione di uno o più elettroni da un atomo o da una molecola. Nel caso dei tessuti viventi, la ionizzazione può causare danni al DNA e mutazioni.

Affinché si verifichi la ionizzazione, è necessario che le singole particelle, o i singoli fotoni della radiazione elettromagnetica, abbiano energia sufficiente per estrarre l’elettrone dall’atomo o dalla molecola. L’energia necesaria per la ionizzazione varia a seconda del tipo di atomo o molecola.

La radiazione elettromagnetica può presentare differenti lunghezze d’onda, e corrispondentemente differenti energie dei fotoni. Più corta la lunghezza d’onda, più alta è l’energia dei fotoni:
  • raggi gamma e raggi x: energia > 1000 eV, fortemente ionizzanti
  • luce visibile: ionizzante solo per alcune molecole
  • microonde e radioonde: energia < 0.001 eV, non ionizzanti

Sono considerate radiazioni ionizzanti: le radiazioni elettromagnetiche di bassa lunghezza d’onda e alta energia (ultravioletto, raggi X, raggi gamma), le particelle alfa (nuclei di elio), gli elettroni veloci, i neutroni veloci, i raggi cosmici, …

Radiazioni ionizzanti sono tipicamente generate:
  • nel corso di decadimenti radioattivi, sia naturali che artificiali
Raggi alfa
= Nuclei di He = 2 protoni + 2 neutroni
Raggi beta
= Elettroni
Raggi gamma
= Radiazione elettromagnetica di alta energia
  • in collisioni tra particelle di alta energia (nel cosmo, negli acceleratori di particelle, nei reattori nucleari)
Raggi cosmici
Protoni (87%), raggi alfa (12%), raggi gamma, elettroni
Particelle elementari

Neutroni

  • per accelerazione o decelerazione di elettroni veloci (raggi X prodotti nei tubi convenzionali e nei sincrotroni)
Raggi X
Prodotti in tubi convenzionali, per ricerca o usi medici
Ultravioletto, raggi X
Prodotti in sorgenti di luce di sincrotrone
La dosimetria si occupa di misurare gli effetti delle radiazioni ionizzanti sui materiali attraversati, ed in particolare sui tessuti biologici.
La quantità fondamentale della dosimetria è la dose assorbita da un materiale, cioè l’energia depositata dalla radiazione ionizzante per unità di massa.
Nel caso di radiazioni prodotte da decadimenti radioattivi, è rilevante l’attività del radionuclide, cioè del nucleo atomico che subisce il decadimento.

Unità dosimetriche

Grandezza Unità Simbolo Conversione Note
Attività (di un radionuclide) becquerel Bq 1 Bq = 1 s-1 1,2
 Dose assorbita  gray Gy 1 Gy = 1 J kg-1 3,4
Dose equivalente sievert Sv 1 Sv = 1 J kg-1 5,6
  1. Il termine ‘radionuclide’ indica il nucleo di un atomo radioattivo. L’attività di un campione radioattivo è il numero di disintegrazioni che si verificano nell’unità di tempo. L’attività di 1 Bq corrisponde quindi a 1 disintegrazione radioattiva al secondo.
  2. Unità di misura non-SI dell’attività era il curie (simbolo: Ci), corrispondente all’attività di 1 grammo di Radio puro. La conversione curie-becquerel è: 1 Ci = 3.70×1010 Bq.
  3. La dose assorbita è l’energia che l’unità di massa di una sostanza assorbe dalla radiazione. L’unità di misura, il gray, corrisponde all’unità di energia (1 J) divisa per l’unità di massa (kg).
  4. Nel sistema c.g.s. (centimetro-grammo-secondo) unità di misura della dose arrorbita era il rad (acronimo di: radiation absorbed dose). La conversione rad-gray è: 1 rad = 0.01 Gy.
  5. La dose equivalente è la dose assorbita moltiplicata per l’efficacia biologica relativa (EBR) del particolare tipo di radiazione considerata [vedi Tabella qui sotto]. 1 Sv è la dose assorbita da una qualsiasi radiazione che ha la stessa efficacia biologica di 1 Gy di raggi X.
  6. Nel sistema c.g.s. (centimetro-grammo-secondo) la dose equivalente era misurata in REM (acronimo di: roentgen equivalent man), corrispondente alla dose misurata in rad moltiplicata per l’EBR.
Efficacia biologica relativa (EBR)

Raggi X di energia 200 keV 1
Raggi gamma (fotoni di alta energia) 1
Raggi beta (elettroni) 1
Protoni 10
Particelle alfa (nuclei di He) 10-20
Neutroni lenti 2
Neutroni veloci 10
Esposizione

L’esposizione misura la ionizzazione prodotta dai raggi X o gamma (radiazione elettromagnetica di alta energia) in aria in condizioni standard di temperature e pressione, in termini di carica elettrica generata per unità di massa.
Nel S.I. l’esposizione si misura in C/kg (coulomb al chilogrammo), senza alcun nome per l’unità di misura.
Un’unità non-SI spesso utilizzata è il roentgen: 1R corrisponde ad un’esposizione a raggi x o gamma che produce cariche positive e negative corrispondenti a 1 unità di carica elettrostatica per ogni cm3 di aria in condizioni standard di temperatura e pressione.
Conversione S.I.: 1 R = 2.58×10-4 C/kg.

Origine dei nomi delle unità di misura derivate

becquerel Dal nome del fisico francese Antoine Henri Becquerel (1852-1908), scopritore del fenomeno della radioattività (1896). Premio Nobel per la fisica nel 1903 (insieme con Pierre e Marie Curie).
celsius Dal nome del fisico e astronomo svedese Anders Celsius (1701-1744), che nel 1742 propose la scala di temperatura che porta il suo nome.
coulomb Dal nome del fisico francese Charles Augustin de Coulomb (1736-1806), che eseguì fondamentali studi sull’interazione tra cariche elettriche statiche ed enunciò la legge che porta il suo nome.
farad Dal nome del chimico e fisico inglese Michael Faraday (1791-1867), autore di fondamentali contributi allo studio dell’elettromagnetismo e dell’elettrochimica.
gray Dal nome del fisico inglese Louis Harold Gray (1905-1965), che diede un contributo fondamentale alla comprensione dell’assorbimento delle radiazioni ionizzanti da parte della materia e dei sistemi biologici.
henry Dal nome del fisicostatunitense Joseph Henry (1797-1878), che scoprì il fenomeno dell’autoinduzione elettromagnetica .
hertz Dal nome del fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz (1857-1894). Hertz verificò sperimentalmente l’esistenza delle onde elettromagnetiche (1887), previste teoricamente da J.K. Maxwell 16 anni prima..
joule Dal nome dello scienziato inglese James Prescott Joule (1818-1889), che studiò sperimentalmente gli effetti termici della corrente elettrica (effetto Joule) e misurò l’equivalente meccanico della caloria, ponendo le basi del Primo Principio della Termodinamica.
lumen Dal latino.
lux Dal latino.
newton Dal nome del grande scienziato inglese Isaac Newton (1643-1727). Newton enunciò i principi della dinamica e la legge della gravitazione universale. Contribuì allo sviluppo del calcolo differenziale.
ohm Dal nome del fisico tedesco Georg Simon Ohm (1789-1854), che scoprì la relazione di diretta proporzionalità tra differenza di potenziale e intensità di corrente nei materiali conduttori.
pascal Dal nome del filosofo e scienziato francese Blaise Pascal (1623-1662), che si occupò, tra vari altri argomenti, della definizione della pressione dei fluidi e della misura della pressione atmosferica.
radiante Dal latino “radius” = raggio. Per assonanza con quadrante (quarta parte del piano).
siemens Dal nome dell’inventore e industriale tedesco Ernst Werner von Siemens (1816-1892), autore di importanti contributi all’ingegneria elettrica e fondatore della Società Siemens.
sievert Dal nome del fisico medico svedese Rolf Maximilian Sievert (1896-1966), che diede un contributo fondamentale allo studio degli effetti biologici delle radiazioni ionizzanti.
steradiante Da ste(reo) + radiante. Il prefisso “stereo”, di origine greca, significa tridimensionale.
tesla Dal nome di Nikola Tesla (1856-1943), fisico e ingegnere serbo naturalizzato statunitense nel 1891, autore di numerosi contributi nel campo dell’elettromagnetismo.
volt Dal nome del fisico italiano Alessandro Volta (1745-1827), noto soprattutto per la creazione della prima pila elettrica.
watt Dal nome dell’ingegnere e inventore inglese James Watt (1736-1819), che apporto’ rilevanti modifiche al motore a vapore, incrementandone l’efficienza.
weber Dal nome del fisico tedesco Wilhelm Eduard Weber (1804-1891), inventore, con C.F. Gauss, del primo telegrafo elettromagnetico.

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SI – Prefissi moltiplicativi

Il S.I. codifica l’uso dei prefissi moltiplicativi secondo le potenze di 1000.
Sono previsti anche i prefissi per multipli e sottomultipli per fattori 10 e 100.

Fattore Prefisso Simbolo   Fattore Prefisso Simbolo
1024 yotta- Y-   10-24 yocto- y-
1021 zetta- Z-   10-21 zepto- z-
1018 exa- E-   10-18 atto- a-
1015 peta- P-   10-15 femto- f-
1012 tera- T-   10-12 pico- p-
109 giga- G-   10-9 nano- n-
106 mega- M-   10-6 micro- µ-
103 chilo- k-   10-3 milli- m-
102 etto- h-   10-2 centi- c-
10 deca- da-   10-1 deci- d-

I prefissi moltiplicativi precedono il nome dell’unità di misura (fondamentale o derivata).
Esempi: 1 km = 103 m; 1 µF = 10-6 F.

Come deroga alla regola generale, i multipli e sottomultipli dell’unità di massa (chilogrammo, kg) si formano aggiungendo i prefissi moltiplicativi alla parola “grammo” e i relativi simboli al simbolo “g”.
Esempio: 1 mg = 10-3 g = 10-6 kg.

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SI – Regole di scrittura

Il S.I. codifica le norme di scrittura dei nomi e dei simboli delle grandezze fisiche.
Riportiamo qui le norme più importanti.
I nomi delle unità di misura vanno sempre scritti in carattere minuscolo, privi di accenti o altri segni grafici.
Es: ampere, non Ampère.
I simboli delle unità di misura vanno scritti con l’iniziale minuscola, tranne quelli derivanti da nomi propri.
Es: mol per la mole, K per il kelvin.
I simboli non devono essere seguiti dal punto (salvo che si trovino a fine periodo).
I simboli devono sempre seguire i valori numerici .
Es: 1 kg, non kg 1.
Il prodotto di due o più unità va indicato con un punto a metà altezza o con un piccolo spazio tra i simboli
Es: N·m oppure N m.
Il quoziente tra due unità va indicato con una barra obliqua o con esponenti negativi.
Es.: J/s opp. J s-1).

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Unità  non-SI ammesse all’uso

Alcune unità  di misura estranee al SI sono largamente utilizzate in campo scientifico, tecnico, commerciale e nella vita comune.
L’uso di queste unità, sebbene ammesso, non è incoraggiato.

Grandezza Unità Simbolo Conversione Note
Tempo minuto min 1 min = 60 s
ora h 1 h = 3600 s

giorno d 1 d = 86400 s

Lunghezza unità astronomica au 1 au = 149 597 870 700  m 1
Area
ettaro ha 1 ha = 104 m2 2
Volume litro L 1 L = 10-3 m3 3
Energia elettronvolt eV 1.602 176 634 x 10-19 J
4
Massa tonnellata t 1 t = 103 kg 5
Dalton [unità di massa atomica] Da [u] 1 Da = 1.660539 06660(50) 10-27 kg 6

Angolo piano grado ° 1 °= (π/180)rad
minuto 1′ = (Ï€/10800) rad

secondo 1” = (Ï€/648000) rad

Rapporti di grandezze neper Np 1 Np = 1
bel B 1 B = (1/2) ln 10 (Np)
decibel dB 1 dB = 1/10 B

  1. L’unità  astronomica corrisponde all’incirca alla distanza Terra-Sole. Union Più precisamente, l’unità  astronomica era stata definita come la lunghezza del semi-asse maggiore dell’orbita attorno al Sole di un pianeta di massa trascurabile, non perturbato, il cui periodo di rivoluzione siderale fosse di 365.2568983263 giorni. Nel 2012, l’International Astronomical (IAU)ha deciso di assegnare all’unità astronomica il valore esatto riportato in tabella.
  2. L’ettaro è usato per la misura di superfici agrarie
  3. La 16a CGPM nel 1979 ha proposto di sostituire al simbolo del litro “l” (minuscolo) il simbolo “L” (maiuscolo) per evitare la possibile confusione tipografica tra la lettera “l” minuscola e il numero “1” (uno).
  4. L’elettronvolt è l’energia cinetica acquisita da un elettrone dopo avere attraversato la differenza di potenziale di 1 V nel vuoto. Il suo valore è legato al valore della carica dell’elettrone. Poiché la carica dell’elettrone è assunta come valore esatto, anche la conversione elettronvolt-joule è esatta.
  5. Non confondere la tonnellata (unità  di massa) con la tonnellata di stazza (in inglese register ton), unità  di volume usata in marina mercantile, pari a 2.83168 m3 (100 ft3 in unità  anglosassoni).
  6. Il Dalton è equivalente all’unità di massa atomica, definita come 1/12 della massa di un atomo di Carbonio 12, in quiete nello stato fondamentale.

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Unità di uso frequente non ammesse dal SI

Nelle tabelle seguenti sono elencate alcune unità  di misura non ammesse dal SI ma spesso usate nella pratica, anche scientifica.

Grandezza Unità Simbolo Conversione Note
Lunghezza ångström Å 1 Å = 10-10 m 1
miglio marino
1 miglio = 1852 m 2
Velocità nodo
1 nodo = 0.514 m/s 3
Superficie ara a 1 a = 102 m2 4
barn b 1 b = 10-28 m2 5
Pressione bar bar 1 bar = 105 Pa

  1. L’ångström è usato in Fisica e in Chimica per misurare distanze a livello atomico.
  2. Il miglio marino (international nautical mile)) corrisponde approssimativamente alla lunghezza dell’arco di equatore sotteso da un angolo di un minuto di longitudine. E’ un’unità  usata nella navigazione marittima ed aerea.
  3. Un nodo corrisponde alla velocità  di un miglio marino all’ora.
  4. L’ara è usata per la misura di superfici agrarie.
  5. Il barn è un’unità  usata in Fisica per la misura delle sezioni d’urto nei processi di collisione tra particelle.
Grandezza Unità Simbolo Conversione Note
Densità  lineare (fibre tessili) tex tex 1 tex = 10-6 kg/m
Vergenza ottica diottria m-1

Massa (pietre preziose) carato metrico
0.2 g  1,2
Pressione sanguigna millimetro di mercurio mm Hg 1 mm Hg = 133.322 Pa  

  1. Nei sistemi anglosassoni, 1 carat = 4 grains = 0.259 g
  2. Nelle leghe di metalli preziosi, i carati misurano la purezza espressa in ventiquattresimi. Ad es., oro a 18 carati significa una lega con 18/24 di oro.

 

Grandezza Unità grave Simbolo Conversione
Volume stero st 1 m3
Velocità nodo kn 0.514 m s-1
Forza kilogrammo-forza kgf 9.80665 N
Pressione torr torr 33.322 Pa
Pressione atmosfera atm 101325 Pa
Energia caloria a 15 C
caloria internaz.
caloria termochim.
cal15
calit
caltc
4.1855 J
4.1868 J
4.1840 J
Energia frigoria fg -4.1868 J
Potenza cavallo vapore CV 735.499 W
Dipolo elettrico debye D 3.336 x 10-30 C m
Luminanza stilb sb 104 nt
Viscosità cinematica stokes St 10-4 m2 s-1
Viscosità dimanica poise P 10-1 Pa s
Attività curie Ci 3.7×1010 Bq
Dose assorbita rad rd 10-2 Gy
Dose assorbita equivalente rem rem 10-2 Sv
Esposizione röntgen R 2.58×10-4 C kg-1

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Bibliografia

  • A. Ferraro: Dizionario di metrologia generale, Zanichelli (1965). [Contiene un repertorio molto vasto di grandezze fisiche e di unità di misura anche di interesse storico. E’ aggiornato solo fino al 1965.]
  • M. Fazio: SI, MKSA, CGS e Co: Dizionario e manuale delle unità di misura, Zanichelli (1995). [E’ un manuale di riferimento aggiornato sul S.I. e su altri sistemi in uso comune. Contiene un’introduzione al calcolo dimensionale.]
  • J.D. Jackson: Elettrodinamica classica, Zanichelli (1984).[L’appendice sulle unità di misura e sulle dimensioni a pag. 736 è illuminante per chiarire la relazione tra sistema c.g.s. di Gauss e S.I.]
  • M. Fazio: I campioni di unità di misura, Le Scienze 31 (1971), pag. 40. [Contiene un’introduzione elementare alle problematiche relative ai campioni di unità di misura.]
  • R.A. Nelson: Foundations of the international system of units (SI), The Physics Teacher, December 1981, pag. 596. [Contiene una breve storia dello sviluppo del S.I., aggiornata al 1981.]
  • Bureau International des poids et mesures: The International System of Units, 1998. [Guida all’impiego del S.I. redatta a cura del BIPM; versione ufficiale francese e traduzione inglese.]
  • Il nuovo Ragazzini, Dizionario Inglese-Italiano, Zanichelli [Contiene utili informazioni sulle unità anglosassoni].
  • Ken Alder: La misura di tutte le cose. L’avventurosa storia dll’invenzione del sistema metrico decimale, Rizzoli (2002) [La storia dei due scienziati francesi, Delambre e Méchain, che tra il 1792 e il 1798, misurarono la lunghezza dell’arco di meridiano da Dunkuerque a Barcellona.]
  • Bureau International des poids et mesures: The International System of Units, 2019. [Guida all’impiego del S.I. redatta a cura del BIPM; versione ufficiale francese e traduzione inglese.]

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